Lutto nel tennis: addio al maestro Italo Guerra

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L’ultima volta era stato sui nostri campi non più di un mese fa ad insegnare ad un suo giovane allievo.

Già perchè neppure la malattia, che aveva minato il fisico e scavato lo sguardo, era riuscita a fiaccare la sua innata passione per il tennis che, quando era con i suoi ragazzi, non gli faceva sentire nè il caldo nè il freddo tanto che poteva restare a fare lezione dalle sei del mattino alle otto di sera. Alla fine, però, ha dovuto riporre la sua racchetta.

Italo Guerra se n’è andato a 80 anni compiuti. E’ stato il maestro di generazioni di tennisti vicentini e tra i suoi allievi ci sono anche Gianni Milan, già n. 12 d’Italia e Federico Mordegan, n. 243 del ranking Atp nel singolare e 70 nel doppio.

“Gestiamo con orgoglio un circolo dove Italo ha fatto la storia del nostro sport – commenta addolorato Enrico Zen – E per noi che viviamo in questo mondo è davvero una grossa perdita per la passione e la dedizione che lo hanno sempre contraddistinto nella sua lunghissima carriera. Da lui abbiamo davvero imparato tantissimo e cercheremo di andare avanti per la strada che ha tracciato. Oggi é un giorno davvero triste e, tra i tantissimi ricordi che riaffiorano alla mente, non posso scordare le nostre infinite partite a tressette. Peccato solo non essere riuscite a finirle”.

“Quando Italo intravedeva in un ragazzo le qualità faceva di tutto per valorizzarle al massimo – ricorda Gianni Milan, vice presidente della Fit e suo allievo – Già perchè tecnicamente richiedeva la perfezione ed era pignolo al massimo, ma poi i risultati gli davano ragione. E poteva restare ore ed ore in campo senza conoscere la stanchezza o sacrificando magari anche la domenica di riposo. E’ stato un grande maestro e un prezioso coach per tutti quei giocatori che ha seguito in una carriera lunga e che ha segnato la storia del tennis vicentino e non solo”.

“Ci ha insegnato davvero tantissimo, con la giusta severità, ma soprattutto con la sua infinita passione – aggiunge il maestro Mirko Balestro – Quando ero ragazzino è stato mio capitano durante la Coppa delle Province, che abbiamo vinto contro Verona. Mi ricordo un episodio:

Italo era in panchina, io stavo perdendo per 5-4 contro Marchetti e lui mi ha detto: mancano sette minuti alla fine della partita. Due per

arrivare al 5 pari e poi gli altri per vincere. E così puntualmente è stato! Quelle sue parole mi hanno aiutato a restare concentrato sul match e a dare il massimo. Poi, quando sono diventato io capitano della rappresentativa di Vicenza conquistando il titolo sempre contro Verona, il maestro Guerra è stato tra i primi a congratularsi. Tra noi ci sono sempre stati una grandissima stima e rispetto. Mi mancherà”.